Cortei e fuochi d’artificio: la festa di San Giovanni

Ogni 24 giugno Firenze si anima per celebrare il suo patrono, San Giovanni Battista. Si tratta di un evento atteso sia dai cittadini che dai turisti, con un’agenda di appuntamenti che culmina con i celebri “fochi“.

I festeggiamenti sono iniziati con una settimana di anticipo, ma è nel giorno del patrono che sono previste le attività principali. Tra queste, il corteo storico che attraversa le strade della città in un viaggio nel tempo che riporta in vita le antiche tradizioni fiorentine. La serata è invece dedicata allo spettacolo pirotecnico, organizzato dalla Società San Giovanni Battista con il supporto della Fondazione CR Firenze. Quest’anno, oltre ai tradizionali gigli colorati e al tricolore nazionale, il cielo si tingerà di giallo in omaggio alla partenza del Tour de France da Firenze. La “scarica finale”, sempre molto attesa, sarà completamente rinnovata per sorprendere tutti i presenti.

 

Le origini della festa

La Festa di San Giovanni ha radici che risalgono a molti secoli fa. Originariamente, il protettore della Firenze romana era il dio Marte. Solo con l’arrivo dei Longobardi nel VI secolo il culto di San Giovanni Battista iniziò a diffondersi, e le prime celebrazioni documentate risalgono al XIII secolo. Inizialmente, la festa durava quattro giorni e combinava riti cristiani con quelli pagani legati al solstizio d’estate.

Le celebrazioni comprendevano processioni, mostre delle arti e l’offerta di ceri davanti al Battistero di San Giovanni Battista, una tradizione che persiste ancora oggi. Un tempo, si correva anche il Palio dei Cocchi, una gara di carrozze trainate da cavalli che si svolgeva in piazza Santa Maria Novella, istituita da Cosimo I de’ Medici nel XVI secolo e continuata fino al 1858. La piazza conserva ancora i due obelischi che segnavano il percorso di gara.

Con l’avvento della polvere da sparo, i falò tradizionali si trasformarono in spettacoli pirotecnici. Dal 1796, è la Società di San Giovanni Battista a organizzare i fuochi d’artificio, diventati nel tempo una delle attrazioni principali della festa. I primi razzi, simili a quelli attuali, furono lanciati nel 1826 da piazza della Signoria. Lo spettacolo si è successivamente spostato al piazzale Michelangelo, da dove vengono sparati ancora oggi.

 

Il programma

I festeggiamenti inizieranno alle 8:30 del mattino con il Corteo degli Omaggi, che partirà da via Folco Portinari e si unirà al Corteo Storico della Repubblica Fiorentina in piazza Duomo. I figuranti raggiungeranno poi Piazza della Signoria per la consegna della Croce di San Giovanni al sindaco di Firenze e l’esibizione degli sbandieratori alle ore 9:00.

Alle 10:00, presso la Loggia del Bigallo si svolgerà l’Ostensione del Reliquiario della Società di San Giovanni Battista e delle Croci di San Giovanni, un evento che torna per la prima volta dopo la pandemia. Alle 10:30, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, avrà luogo la messa solenne in onore del patrono, durante la quale verrà ordinato il nuovo vescovo di Firenze, Don Gherardo Gambelli.

La serata si aprirà invece alle 21:00 con il concerto della Banda Musicale della Polizia di Stato sul Lungarno della Zecca Vecchia. Infine alle 22:00 inizierà l’atteso spettacolo pirotecnico, che illuminerà il cielo di Firenze per circa quaranta minuti. I fuochi verranno sparati dal piazzale Michelangelo e offriranno una vista spettacolare da vari punti della città.

 

Da dove guardare i fuochi

La prima scelta per godersi lo spettacolo in città sono probabilmente i Lungarni: dal Lungarno della Zecca Vecchia e dal Ponte Santa Trinita l’ottima vista del Ponte Vecchio si unisce a quella dei fuochi d’artificio. Per chi preferisce evitare la confusione del centro, il Lungarno del Tempio con i suoi molti locali estivi costituisce un’ottima alternativa.

Numerosi alberghi e ristoranti nel cuore di Firenze dispongono di terrazze panoramiche e roof garden che offrono una vista eccezionale, ma è necessario verificare in anticipo la necessità di una prenotazione per assicurarsi un posto.

Infine, spostandosi verso le colline di Fiesole è possibile ammirare uno spettacolo molto suggestivo, in una location unica e meno affollata rispetto al centro.

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Coppetta gelato di AmiCono Jiyugaoka

AmiCono Jiyugaoka di Maico Inoue, Giappone

Frappé di AmiCono JiyugaokaNel 2017 Maico ha aperto il bar gelateria AmiCono Jiyugaoka. È una delle persone più sorridenti che io abbia mai conosciuto. Fa parte di quelle nuove generazioni di donne giapponesi finalmente emancipate, custodi della meravigliosa cultura nipponica, quasi inconsapevoli delle differenze di genere che hanno caratterizzato il recente passato anche del Giappone. Maico è un’imprenditrice, ha lavorato duramente e ha deciso che quella fatica l’avrebbe dedicata volentieri a sé stessa e a nessun altro. Ha quindi deciso di viaggiare e ha scelto il suo nuovo percorso seguendo ciò che ha aperto questa breve introduzione: il suo sorriso.

il gelato: è il mio alimento preferito, è colorato, ha il potere di far sorridere persone di tutte le età e di attenuare le differenze. Sentivo che non c’era nient’altro di così meraviglioso.

Francesco: Ciao Maico, quando ti sei interessata al mondo della gelateria? Quando hai deciso di imparare a fare il gelato?

Maico: Quando ho compiuto 30 anni sono diventata il gestore di un ristorante italiano. Ho lavorato tutti i giorni dalle 10:00 alle 24:00. “Questa vita non può durare a lungo”, mi sono detta, quindi dovevo fare qualcosa per conto mio. Così, quando ho pensato a cosa mi piaceva, ho fatto un viaggio in Italia insieme a un amico. La mia attenzione è caduta sulla foto del mio incontro con il gelato: è il mio alimento preferito, è colorato, ha il potere di far sorridere persone di tutte le età e di attenuare le differenze. Sentivo che non c’era nient’altro di così meraviglioso. Sono ritornata in Italia e ho incontrato Francesco Sini per vedere se potevo riuscire a fare il gelato da sola. Quell’incontro ha portato all’apertura di AmiCono Jiyugaoka.

Francesco: Cosa ti manca di Firenze?

Maico: Firenze è la mia città preferita in Italia. L’esperienza di vivere e studiare lì è per me come un tesoro. Andare al mercato con Francesco, dalla conoscenza zero al gelato tutti i giorni, ho visitato 54 gelaterie in città: ogni giorno ero immersa nell’esperienza amavo sempre di più il gelato. Ho un ricordo magico di quei giorni.

La differenza dal gelato italiano è la dolcezza, in Giappone è più modesta.

Francesco: Quali sono i gusti di gelato più popolari della tua attività? Quali gusti particolari hai preparato?

Maico: Nel mio negozio cambio il menu ogni giorno. Tra questi sono particolarmente apprezzati quelli che utilizzano ingredienti di stagione e le ricette originali insegnate dal maestro. La differenza dal gelato italiano è la dolcezza, in Giappone è più modesta. Dopodiché non utilizziamo additivi, solo gelato che tiene conto della salute dei nostri clienti e questo aspetto rende popolare il nostro prodotto tra chi è più attento alla salute.

Francesco: In questi anni di pandemia da covid19, quali sono state le maggiori difficoltà? Come ha vissuto il Giappone la pandemia? Come state adesso?

Maico: Questa pandemia in Giappone ha colpito economicamente molte attività. Molti erano chiusi e, pur accogliendo le richiesta di restrizione del Paese, non mi sono presa un giorno libero. Molti clienti hanno apprezzato la nostra tenacia e ho ricevuto molto lavoro su ordinazione. AmiCono Jiyugaoka ora è aperta, possiamo dire che è sopravvissuta alla pandemia.
Siamo poi apparsi in un famoso programma televisivo e il numero di clienti è aumentato notevolmente.

Francesco: Grazie mille Maico, è stato un piacere averti come studentessa ed è un onore continuare a sentirti a distanza di anni.
Amicono Jiyugaoka si trova a 奥沢5-27-9 Setagaya, Tokyo, Giappone 1580083
Sito internet: https://amicono.official.ec/
Pagine social: Facebook & Instagram
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Gelato Cooking Class

sarai in grado di fare le tue sperimentazioni a casa!

Con i nostri Gelato Cooking Class potrai visitare un vero laboratorio di una gelateria artigianale nel centro di Firenze. Il nostro laboratorio è molto piccolo, ma abbiamo tutto il necessario per produrre ingredienti e gelati. Il gelatiere Francesco Sini ti mostrerà il ciclo del gelato artigianale e ti insegnerà i principali fondamenti alla base della produzione del gelato artigianale. Produrremo insieme un gusto e alla fine della lezione sarai in grado di fare le tue sperimentazioni a casa!

Quanto dura? 1 ora
Quante persone possono partecipare? Massimo 5 persone
In quale lingua viene svolta la lezione? In italiano o in inglese, con la possibilità di organizzare anche in altre lingue.
Quanto costa? 40 € adulti, 20 € fino a 12 anni

Per maggiori informazioni e per prenotazioni, utilizza il pulsante whatsapp che trovi qui in basso a sinistra.

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Waffle senza glutine

Prepariamo i waffle partendo dal burro salato fatto da noi, ammorbidito e incorporato nel tuorlo d’uovo montato con lo zucchero. Aggiungiamo la farina di riso (senza glutine) e infine mescoliamo con l’albume montato a neve.


In gelateria e sui principali delivery puoi trovare:

Waffle €/pz
Classico al burro salato 0,50
Al té verde giapponese Matcha 0,60
Al cacao 0,60

Qualche volta puoi trovare anche le varianti speciali allo zafferano, alla spirulina, al cacao nero e alla carota. I Waffle speciali costano tutti 0,70€ al pezzo.

In gelateria puoi personalizzare il tuo Waffel:

Aggiunta
Una pallina di gelato 0,90
Nutella 0,90
Crema di Arachidi 0,90
Dulce de Leche 0,90
Marmellate e confetture
(amarena, fragoline di bosco, pera)
0,90
Frutta e verdura fresca
(banane, kiwi, fragole, carote, finocchi)
0,90
Panna montata 0,20
Sciroppo d’acero 0,20
Granelle
(cocco, nocciole, pistacchio, arachidi, biscotto)
0,20

 

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chef Fabio Picchi

Intitolare un angolo a Fabio Picchi

La morte dello chef, scrittore e personaggio tv Fabio Picchi ha sconvolto Firenze. Un grande appassionato di cucina, il fondatore dello storico ristorante Cibrèo aperto nel 1979 nel cuore di Firenze e diventato un tempio della cucina toscana a cui negli anni si sono affiancati il Caffè Cibrèo, il Cibreino e il Teatro del Sale, fondato con la moglie Maria Cassi. Era malato da tempo ma fino ad alcuni giorni fa, dopo aver lasciato l’attività del ristorante al figlio Giulio, ancora lavorava al suo ultimo progetto, sempre nel quartiere di Sant’Ambrogio a Firenze: C.Bio – Cibo Buono Italiano e Onesto, una grande bottega-mercato.

“Il suo estro, la sua passione per la vita e per il suo lavoro, la sensibilità verso i temi dell’ambiente, dell’inclusione sociale facevano di Fabio una persona vera, animata dal desiderio di partecipare alla comunità fiorentina” (il sindaco Dario Nardella).

Non ho avuto il piacere di conoscere Fabio di persona (conosco il figlio Giulio), ma ne ho sempre apprezzato la personalità: simpatico, estroso, visionario, sensibile. Il suo modo delicato, quasi poetico, di portare innovazione in ogni preparazione senza offendere la tradizione, ma anzi inserendosi con grazia nel suo lento e progressivo mutamento. Aveva quella passione che riponeva in ogni sua parola, in ogni gesto. È stato un grande esempio di come l’esperienza della ristorazione sia un qualcosa che dovrebbe superare i freddi confini del piatto, sia per chi si siede a mangiare, ma anche per chi non si vede mentre è intento a lavorare con gli ingredienti.

Su change.org è nata una petizione per intitolare il canto che si trova tra via de Macci e via del Verrocchio, allo chef. “Quel pezzo di strada da 15 anni ospita tutta la ristorazione di Fabio Picchi. Per tante persone è da anni Canto del Picchi, facciamolo diventare reale. In questo modo lo spirito di Fabio Picchi resterà per sempre in quell’angolo della zona di Sant’Ambrogio che ha fatto diventare famoso ovunque si parli di buona cucina”. A questo link la petizione.

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Burro salato autoprodotto

Burro lavorato a mano

Il burro autoprodotto ha un gusto più gradevole e delicato rispetto a quello acquistato e le possibilità di variegarlo sono veramente tante

Il burro salato è un prodotto tipico francese in particolare della Bretagna ma è molto apprezzato anche in Inghilterra dove viene persino regalato per Natale in abbinamenti particolari e confezioni eleganti. In Italia si usa spalmato nel pane a colazione, con o senza l’aggiunta di marmellata, nella produzione di dolci e in altre ricette salate. In gelateria lo usiamo come ingrediente del gusto Cheesecake, per impreziosire i biscotti sbriciolati che usiamo sempre nel Cheesecake, nel gusto Biscotto e per preparare tutti i nostri waffle.

Burro salato autoprodotto

Il burro autoprodotto, ha un gusto più gradevole e delicato rispetto a quello acquistato e le possibilità di variegarlo sono veramente tante. Per questo motivo abbiamo anche deciso di confezionarlo e venderlo in diversi abbinamenti, diverse forme e in confezioni pratiche per conservarlo al meglio in frigorifero. In gelateria o sui delivery potrai trovare il nostro burro salato, il burro al cacao, il burro al matcha e le creme di burro al limoncello, al mirto sardo e al brandy.

Se hai un frullatore o meglio ancora una planetaria, puoi produrre da te il burro e decidere se salarlo o meno.

Ingredienti

  • 1l di panna fresca vaccina al 35% di grassi
  • 5g di sale fino

Materiale

  • Un frullatore con le fruste o una planetaria
  • Un colino
  • Un contenitore

Procedimento

Versare la panna fresca in un contenitore o nella ciotola della planetaria. Iniziare a sbatterla con le fruste e, una volta montata, non fermarsi per circa 20 minuti, quando la parte grassa si staccherà dalla parte più liquida. A questo punto avremo la nostra massa burrosa e il latticello che separeremo versando il tutto in un colino posizionato sopra un contenitore. Strizziamo con le mani la massa burrosa, aggiungiamo il sale e lavoriamolo come se stessimo impastando della pasta. Il nostro burro è pronto, possiamo avvolgerlo nella carta da forno o metterlo in uno stampino per dargli una forma particolare. Può essere conservato in frigorifero per un mese o in congelatore per tre mesi (più è bassa la temperatura, più a lungo si può conservare un alimento).
Il burro ottenuto per centrifugazione è circa un terzo del peso della panna fresca di partenza. Nel nostro caso, otterremo circa 330g di burro.

Burro salato autoprodotto

Tips

Il latticello può essere usato al posto del latte o dell’acqua nella preparazione di dolci e gelati.
Puoi aggiungere spezie o erbe e impastare il burro come con il sale.

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Pacini Gelati e Dolci 06

Pacini Gelati e Dolci di Paul Linn, Taiwan

Pacini Gelati e Dolci 01

Paul Linn è un ragazzo intelligente, educato e simpatico. Ha vissuto a Londra prima di venire a Firenze e intraprendere un percorso formativo che avrebbe rivoluzionato la sua vita. Ha frequentato il nostro corso teorico di base e poi ha affrontato uno stage di tre mesi all’Antica Gelateria Fiorentina, attivato grazie alla collaborazione con l’Accademia Riaci della vicina via dei Conti. Sono passati quasi sette anni, nel frattempo lui ha aperto Pacini Gelati e Dolci, gelateria a Koahsiung, Taiwan, che gestisce insieme alla sorella.

Sono andato a Roma nel 1999 e ho mangiato il gelato per la prima volta. Il gusto era indimenticabile e forse è allora che è nata la mia passione

Nei giorni scorsi gli ho scritto per sapere come sta e com’è la situazione nel suo Paese rispetto alla pandemia e alla crisi economica derivante: ne è nata una piacevole chiacchierata, come tra vecchi amici che non si sentono da diverso tempo. L’aspetto più “magico” per me, è stato quando oggi, prima di chiudere questo scritto, ho cenato con degli amici e una ragazza, i cui genitori vivono a Taiwan, conosce la gelateria Pacini di Paul: è stata una grande sorpresa!

Francesco: Ciao Paul, puoi raccontarmi come è nata la tua passione per il gelato e perché hai deciso di aprire una gelateria?

Paul: Sono andato a Roma nel 1999 e ho mangiato il gelato per la prima volta. Il gusto era indimenticabile e forse è allora che è nata la mia passione. Con alcuni amici volevamo avviare un’impresa e io ho suggerito un pasticceria e una gelateria italiana, così è nato Pacini (il nome della via dove ho abitato a Firenze) Gelati e Dolci. Il nostro logo riprende il particolare di un disegno presente all’Antica Gelateria Fiorentina prima della sua ristrutturazione. Al momento il gelato è il nostro prodotto principale, per sviluppare anche la pasticceria bisognerebbe avere un laboratorio più grande e più personale a disposizione.

Francesco: Puoi raccontarmi come è stata la pandemia a Taiwan?

Paul: La pandemia non ha colpito Taiwan così pesantemente come in Europa, ma l’anno scorso da maggio ad agosto abbiamo chiuso per tre mesi, e dopo abbiamo potuto aprire solo pochi giorni a settimana. La situazione è migliorata dopo novembre, ma il confine è ancora chiuso e questo significa niente turisti dall’estero.

Francesco: Quali sono i gusti preferiti dai tuoi clienti? Ci sono differenze tra il gelato in Italia e quello a Taiwan?

Paul: I gusti più popolari sono fiordilatte, pistacchio, stracciatella e fragola. Il gelato tradizionale a Taiwan non è lattiero-caseario; i gusti tradizionali sono taro, fagioli e ananas con acqua, farina di tapioca e maltosio. Quando abbiamo aperto Pacini Gelati e Dolci, un anziano italiano entrò in negozio. Io ero solo, lui mi chiese in italiano: “limone?”. “Oggi no”, risposi. Sembrava seccato e mentre andava via disse “questo non è gelato italiano!” Rimasi sconvolto, ma adesso io penso che quell’uomo fu un pochino antipatico. Abbiamo solo pozzetti con 12 gusti e li cambiamo frequentemente. Il limone non è molto popolare nella mia gelateria e per questo lo produciamo raramente.

A Taiwan i clienti preferiscono i gusti tradizionali come fiordilatte, stracciatella, cioccolato, fragola, ma anche qualsiasi gusto di té viene venduto velocemente

Alcuni clienti ci hanno detto che il nostro gelato è troppo dolce, ma per quanto io abbia ridotto lo zucchero nelle ricette, diverse persone continuano a dire che è troppo dolce. Per questo ho realizzato che non si possono soddisfare tutti i clienti. All’inizio offrivamo l’assaggio gratuito. Da quanto ho capito quando abitavo in Italia, è un modo per aiutare i clienti a decidere tra i gusti da scegliere, ma a Taiwan diversi clienti entravano per assaggiare tutti i gusti, o 6-7 per volta. Per questo motivo abbiamo deciso di offrire l’assaggio solo dopo l’acquisto di un gelato, anche piccolo. In ogni caso, al momento non offriamo più l’assaggio libero e questa è stata una giusta decisione.
A Taiwan i clienti preferiscono i gusti tradizionali come fiordilatte, stracciatella, cioccolato, fragola, ma anche qualsiasi gusto di té viene venduto velocemente. Ho prodotto alcuni gusti particolari come olio d’oliva, golden milk, zabaione, ma è stato veramente difficile venderli e questo, purtroppo, può avere effetto anche sulla tua creatività. L’abbinamento più recente che ho fatto è un sorbetto di pera con fiore d’Osmanto.

Cuor di Pardula - Taiwan

Francesco: Qual è il tuo ricordo più bello dell’esperienza a Firenze, all’Antica Gelateria Fiorentina?

Paul: Mi mancano tanto i giorni a Firenze, imparare all’Antica Gelateria Fiorentina, lavorare con te in laboratorio mi ha aiutato a capire come creare gusti, aggiustare e bilanciare le ricette e come svolgere le operazioni giornaliere da compiere in gelateria. Mi piacevano tutti i gusti, ma uno che trovavo veramente speciale era il Cuor di Pardula, crema ricotta e zafferano. L’ho prodotto anche a Taiwan, anche se qui è molto difficile reperire la ricotta fresca di pecora e, come ti ho detto prima, i gusti particolari sono più difficili da vendere.

Francesco: grazie mille Paul, spero di poterti riabbracciare presto a Firenze o a Kaohsiung.

 

Pacini gelati e dolci si trova in Via Dayi, 2/C8-16 Yancheng, Kaohsiung 80343 Taiwan.
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Ingredienti: labneh, crema di yogurt

Quando in gelateria nominiamo il formaggio, molti clienti italiani storcono il naso, forse perché con questo termine viene in mente un alimento da abbinare al salato più che al dolce. Normalmente basta citare la cheescake o l’accoppiata formaggio e pera per riportare tutti alla calma.
D’altra parte gli ingredienti principali del gelato sono (dovrebbero essere) il latte e la panna freschi, è naturale che ogni loro derivato possa essere utilizzato per le più svariate creazioni. Si va dalla ricotta di mucca nella classica cassata alla siciliana, alla ricotta salata di pecora nel nostro Cuor di Pardula (crema, ricotta, zafferano e scorza di agrumi); dal sapore pungente del Caprino, formaggio a pasta molle di capra usato nell’omonimo gusto su base latte di capra, alle scaglie di Grana Padano nel sorbetto di pere coscia siciliane, per non parlare delle tante possibili applicazioni del mascarpone, come i popolarissimi Tiramisù e Mascarpone e cioccolato.
Ma il protagonista di questo post sarà il labneh, ovvero una crema ottenuta dallo sgocciolamento dello yogurt fresco. Tradizionalmente utilizzato nella cucina libanese, il labneh è molto popolare anche da noi nelle sue forme commerciali di alcune creme di formaggio spalmabili. In gelateria lo utilizziamo principalmente per il gusto Cheescake e per il gusto Formaggio e pera, versione autunno/inverno su base latte del sorbetto di pere con scaglie di grana.
Questa preparazione è molto semplice ed economica, ho sempre consigliato a tutti i miei studenti di prepararlo in alternativa ai prodotti semilavorati delle aziende: molto comodi, di buona qualità, ma anche molto più costosi rispetto a questa possibilità. Basti pensare che alcune creme di formaggio spalmabili costano dai 9 ai 12 euro al kg, mentre se partiamo da uno yogurt autoprodotto, la nostra preparazione finale ci costa mediamente 1,5 euro al kg: questa differenza con le quantità utilizzate a livello professionale è immensa!

Ingredienti

  • 500g di yogurt fresco intero
  • 8g di sale fino

Materiale

  • Un setaccio a maglia fine
  • Un contenitore per raccogliere il siero

Procedimento

Versare lo yogurt in un setaccio a maglia fine. In alternativa al setaccio si può usare una tela di cotone, alcune garze sterili sovrapposte o un filtro di carta per il caffé americano adagiato sul fondo di un colino, l’importante è che le maglie del nostro strumento siano fitte in modo tale che sgoccioli solamente il siero;

aggiungere il sale allo yogurt e mescolare bene;
riporre in frigorifero per almeno 8h. Io preferisco aspettare 12h per avere una consistenza ancora più densa e la resa è di circa il 50%, ovvero dai 500g di yogurt iniziali si ottengono circa 250g di labneh.
 
Tips
 
Non buttare il siero sgocciolato, ricco di proteine e sali minerali, puoi usarlo come sostituto di latte e acqua nelle preparazioni di dolci e gelati.
Se usi uno yogurt senza lattosio ottieni una crema di yogurt ancora più digeribile.
Puoi mescolare due o più tipi di yogurt, come ad esempio di capra o di pecora, per ottenere un gusto diverso.
 
 
A questo punto la crema di yogurt è pronta, devi solo decidere se consumarla così com’è o se aggiungere erbe aromatiche, spezie o frutta secca.
 
In gelateria la usiamo per preparare il gusto cheescake alla pera. Voi conoscevate questo semplice procedimento?

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