
L’arte a Firenze: la Porta del Paradiso
Tra gli innumerevoli capolavori prodotti dal Rinascimento fiorentino, pochi colpiscono turisti e storici dell’arte quanto la Porta del Paradiso del battistero di San Giovanni. Collocata alla sua inaugurazione sul lato che affaccia sulla chiesa di Santa Maria del Fiore, si distingue per le imponenti ante realizzate in bronzo dorato e caratterizzate da dieci pannelli scolpiti che rappresentano altrettanti episodi biblici.
Le porte del Battistero
La costruzione della prima porta del battistero era stata completata da Andrea Pisano nel 1336. La realizzazione della seconda porta, destinata all’accesso principale, fu invece accordata nel 1401 all’allora sconosciuto scultore e orafo Lorenzo Ghiberti. Al concorso indetto per l’occasione aveva preso parte anche Filippo Brunelleschi, dichiarato in effetti vincitore ex aequo, il quale tuttavia si era rifiutato di lavorare a fianco del primo a causa di una presunta incompatibilità stilistica. Unico responsabile del progetto, Ghiberti concluse l’opera soltanto nel 1424. I committenti furono in ogni caso soddisfatti di quanto ottenuto, e l’anno successivo gli assegnarono l’incarico di realizzare anche la terza porta, quella per cui sarebbe stato per sempre ricordato.
L’artista ricevette carta bianca per quanto riguarda modalità di esecuzione e interpretazione del tema, che avrebbe riguardato una serie di scene del Vecchio Testamento. Decise di realizzare le varie formelle con la tecnica scultorea dello stiacciato, che permetteva di creare l’illusione di diversi piani di profondità. È importante evidenziare che gli fu anche assegnata una facoltà di spesa apparentemente illimitata. Come ricorda lo scultore stesso, «Mi fu data licenza [che io] la conducessi [la porta] in quel modo ch’io credessi tornasse più perfettamente e più ornata e ricca».
Ghiberti si prese in effetti tutto il tempo di cui necessitava: la conclusione dell’opera richiese ben 27 anni. La lunga attesa fu comunque ben ripagata. Alla sua inaugurazione nel 1452 la porta risultò talmente superiore alle aspettative che le fu riservato l’accesso principale del battistero, proprio davanti al Duomo.
I danni dell’alluvione e i restauri
Nel novembre del 1966 l’ondata di piena dell’Arno spalancò la porta e strappò via dal telaio sei dei dieci pannelli. Questo evento mise in moto una lunga e complessa operazione di restauro, resa necessaria anche dal deterioramento provocato nei secoli dagli agenti atmosferici. I lavori, che richiesero vari interventi nel corso dei decenni successivi, furono completati nel 2012.
La porta visibile oggi al battistero è una copia realizzata utilizzando un calco risalente al primo dopoguerra, mentre l’originale è conservata a pochi passi di distanza nel Museo dell’Opera del Duomo.
L’origine del nome

Sailko, CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons
È probabile che il termine “Porta del Paradiso” fu attribuito a causa della collocazione dell’opera al posto d’onore davanti al Duomo, un sito chiamato Paradisium. Tuttavia secondo Giorgio Vasari, dichiarato ammiratore di Ghiberti, sarebbe stato Michelangelo a dire delle ante “che elle son tanto belle che elle starebbon bene alle porte del Paradiso”. Quale che sia l’effettiva provenienza del nome, è suggestivo notare come all’epoca tra il Battistero e la vecchia cattedrale di Santa Reparata sorgesse un cimitero. Di fatto la porta si trovava, più o meno letteralmente, sulla soglia del Paradiso.

La cavalcata dei Magi
Il 6 gennaio di ogni anno la città di Firenze celebra l’Epifania con una ricostruzione storica nelle vie del centro. L’evento richiama una festa popolare che risale al XV secolo, durante la quale tre diversi cortei si riunivano al Battistero di San Giovanni e raggiungevano piazza San Marco.
La ricorrenza religiosa

G. Monasta, CC BY-NC-SA 4.0
La dodicesima notte di Natale, come è anche chiamata l’Epifania, è una delle più antiche festività cristiane. Ad essa è associato il soggetto dell’adorazione dei Magi, che compare originariamente nel Vangelo di Matteo. Si tratta di uno degli episodi biblici più rappresentati nell’arte, e molti dipinti conservati nella Galleria degli Uffizi ne narrano la vicenda. Tra questi figurano le opere di Sandro Botticelli, Leonardo da Vinci, Gentile da Fabriano e Albrecht Dürer.
La manifestazione ieri e oggi

G. Monasta, CC BY-NC-SA 4.0
Il tema dell’adorazione era fortemente sentito negli anni della Repubblica di Firenze. All’epoca la cerimonia era solennemente inscenata dalla Confraternita della Stella, che rievocava così l’arrivo dei tre saggi stranieri nella città di Betlemme e il loro omaggio a Gesù.
I Medici erano particolarmente legati a questa ricorrenza, che fu poi abbandonata per molti secoli successivamente alla cacciata della famiglia da Firenze. Alla fine del secolo scorso l’usanza fu recuperata e da allora è stata mantenuta.
Oggi la manifestazione prevede un corteo di 700 figuranti in costumi d’epoca che sfilano al seguito dei Magi a cavallo. Da Palazzo Pitti attraversano Ponte Vecchio e Piazza della Signoria fino ad arrivare a Piazza di San Giovanni. Qui un presepe vivente viene allestito di fronte al Duomo. La celebrazione si conclude con la lettura del Vangelo e la deposizione di oro, incenso e mirra davanti al neonato Messia.
Tradizioni a confronto
Nel folclore italiano, alla cavalcata dei Magi si affianca la figura pagana della Befana, altrettanto presente nell’immaginario comune di bambini e adulti insieme al rituale della calza ad essa collegato. La rievocazione dell’anziana signora armata di scopa fu a lungo condannata dalla Chiesa, per essere infine accettata come parte di una visione dualistica di bene e male.
Per quanto da sempre connessa alla tradizione italiana, sembra che il personaggio della Befana nasca da una commistione di antichi culti europei legati all’inverno boreale. Nelle culture del centro e nord Europa sono infatti molte le figure femminili legate ai riti propiziatori dell’agricoltura. Nella mitologia popolare celtica, in particolare, il personaggio di Perchta personifica la stagione fredda, e viene rappresentata come una vecchia vestita di stracci e con una grossa gobba, il naso adunco e i capelli spettinati. Un ritratto spaventoso che mostra un’evidente parentela con la nostra Befana, a testimonianza di una tradizione che da millenni accomuna popoli e culture.

Festeggiare Capodanno a Firenze
Cenone tradizionale, notte in discoteca o brindisi in piazza? La sera del 31 dicembre offre una grande varietà di opzioni per celebrare l’arrivo del nuovo anno. Sono molti i locali che organizzano feste per tutti i gusti, senza dimenticare che anche nelle piazze della città si svolgono numerose iniziative che prevedono musica e spettacoli itineranti.
Ristoranti e teatri
Per chi desidera trascorrere San Silvestro al chiuso, il classico cenone è la scelta più ovvia, nell’intimità della propria casa o in uno dei ristoranti che organizzano l’evento. Esistono però varie alternative per una serata più animata. Si va da una notte di ballo nelle discoteche più gettonate, che offrono feste esclusive con DJ set e musica dal vivo fino all’alba, ad uno dei molti spettacoli proposti dai teatri della città, tra cui rappresentazioni classiche, cabaret, musical e concerti. L’unico vincolo da rispettare per poter partecipare ad uno di questi eventi è la necessità di prenotare con ragionevole anticipo.
Gli eventi nelle piazze
Il Capodanno fiorentino permette però anche di vivere la città all’aperto per coloro che non si lasciano spaventare dalle basse temperature. Festeggiare il nuovo anno in piazza è una tendenza che accomuna tutte le fasce di età, anche grazie alle iniziative organizzate in tutti i cinque quartieri.
Al posto del tradizionale concertone, nel centro storico andranno in scena tanti spettacoli piccoli e grandi, che renderanno unica la serata con musica dal vivo, performance artistiche e giochi di luce. Tra gli eventi previsti, cori gospel in piazza San Giovanni e musica jazz in piazza Santissima Annunziata. Musica e danze animeranno anche piazza Santa Croce grazie alla presenza di un’orchestra dal vivo. Piazza della Signoria sarà invece teatro di uno spettacolo di intrattenimento multidisciplinare.
Infine, le strade d’Oltrarno saranno percorse da alcune band itineranti, in particolare tra via Palazzuolo e via Maso Finiguerra. L’appuntamento è poi per la mezzanotte in piazza del Carmine, dove le orchestre convergeranno per il classico countdown.
Una vista dall’alto
Anche in assenza di un programma ufficiale che preveda dei fuochi d’artificio, una visita notturna a Piazzale Michelangelo consente di ammirare il panorama mozzafiato della città illuminata.
Quest’anno infatti alle tradizionali luminarie natalizie si affianca l’iniziativa Florence Lights Up, che da inizio dicembre valorizza svariati punti strategici di Firenze. La tecnica del video-mapping illumina Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio e la chiesa di San Paolino, sulle cui facciate vengono proiettate una varietà di forme e colori. La luce è protagonista anche in piazza Santa Maria Novella, alla Camera di Commercio e nel Giardino Mediceo di Palazzo Medici Riccardi. Un vero spettacolo diffuso quindi, al quale tutti sono invitati per festeggiare insieme l’arrivo del nuovo anno.

I piatti tipici del Natale fiorentino
Le feste natalizie sono il periodo in cui ogni anno vengono riscoperte ed apprezzate svariate usanze secolari. Che si trascorrano questi giorni con i parenti o con gli amici, sono molte le consuetudini antiche e moderne a cui riesce a prestarsi una città eterogenea e ricca di cultura come Firenze. Questo è particolarmente vero per quanto riguarda le tradizioni gastronomiche, che riportano nei nostri piatti alcune delle eccellenze dell’autentica cucina fiorentina e toscana. Una festa anche per il palato, in cui ogni piatto racconta una storia ricca di memorie di famiglia e amore per la buona tavola.
Gli antipasti
Anche a Natale la cucina toscana resta fedele ai suoi tipici sapori semplici e genuini. Ne è un ottimo esempio un antipasto che non manca mai sulle tavole delle feste: i crostini di fegatini. Vera esplosione di sapore, i crostini sono preparati con un mix di fegatini di pollo, filetti di acciuga, cipolle e capperi. Spesso sono accompagnati da alcuni salumi locali, come il prosciutto o la finocchiona, serviti insieme a del pane toscano.
Primi e secondi piatti
Per il primo piatto servito più comunemente, la cucina fiorentina prende in prestito un caposaldo della tradizione bolognese: i tortellini di carne in brodo di cappone. Del tutto toscana è invece la ricetta che è alla base della ribollita, un piatto povero legato alle usanze contadine. Si tratta di una minestra a base di pane, fagioli, verza e cavolo nero, presentata spesso in ciotole di terracotta. Per chi ama orientarsi su primi di altro genere, sono comunque comuni anche le crespelle ripiene di ricotta e spinaci, le lasagne al ragù e i tortelli di patate.
Più intransigente è l’indicazione che riguarda i secondi: la tradizione prevede prevalentemente un piatto a base di carne arrosto. Le specialità principali sono la carne di chianina, la faraona, i fegatelli di maiale e l’anatra all’arancia. Il tutto servito con grandi quantità di patate arrosto insaporite con salvia e rosmarino. Preferite un’alternativa che rientra comunque di buon diritto nella tipicità toscana? Un piatto molto apprezzato è lo stracotto, preparato con carne di manzo brasata a lungo in vino rosso e aromi per ottenere una consistenza tenerissima.
I dolci
Se panettone e pandoro accomunano ogni regione d’Italia, sono molte le varianti artigianali locali e ancora di più le ricette toscane che a Firenze chiudono pranzi e cene. Una tra queste è il castagnaccio, una torta di farina di castagne che negli anni si è integrata anche in altre tradizioni regionali della penisola. Provengono invece da Siena due dei dolci più apprezzati anche nel capoluogo: il panforte, realizzato fin dal medioevo con frutta secca, spezie e miele, e i ricciarelli, biscotti a base di pasta di mandorle e zucchero. Infine, sono tipici di Prato ma adottati universalmente i biscotti secchi alle mandorle conosciuti come cantucci o cantuccini, da intingere rigorosamente nel vin santo. Del resto durante questo periodo il tipico vino passito è una presenza quasi irrinunciabile, che permette di concludere in bellezza un autentico Natale fiorentino. Buone feste!

La riapertura del Corridoio Vasariano
Dopo 8 anni di chiusura al pubblico per attività di manutenzione, il 21 dicembre riapre finalmente le porte l’ingegnoso tunnel sopraelevato progettato da Giorgio Vasari. Si tratta dell’antico passaggio che la famiglia Medici utilizzava per spostarsi in modo indisturbato sopra le vie della città, e racconta una storia affascinante.
La realizzazione
Il Corridoio Vasariano fu costruito dall’architetto toscano nel 1565 in soli nove mesi. L’opera fu commissionata da Cosimo I de’ Medici per garantire la propria incolumità. A causa dell’appoggio ancora incerto della popolazione al nuovo duca, infatti, vi era la necessità per i regnanti di muoversi in tranquillità e sicurezza tra Palazzo Vecchio, sede del governo, e loro residenza di Palazzo Pitti.
Il percorso completo, lungo 760 metri, ha inizio negli appartamenti di Eleonora di Toledo al secondo piano di Palazzo Vecchio. Dopo aver valicato il tetto della chiesa di San Pier Scheraggio, si immette nell’ultimo piano Galleria degli Uffizi e prosegue su vari livelli. Qui ha inizio il tratto visitabile, che si apre dalla Galleria delle Statue e delle Pitture, al primo piano del museo. Il passaggio fiancheggia l’Arno al di sopra di un porticato ad archi e attraversa il Ponte Vecchio, dal quale si affaccia sul fiume da una serie di finestre panoramiche. Attraversa quindi internamente la chiesa di Santa Felicita, un espediente che grazie ad un balcone e alla protezione di una pesante cancellata consentiva alla famiglia Medici di assistere alla messa senza scendere tra il popolo. Infine, percorre via Guicciardini per raggiungere il Giardino di Boboli e Palazzo Pitti.
Macellai e gioiellieri
La realizzazione del corridoio è legata anche ad una leggenda relativa alle attività commerciali presenti sul Ponte Vecchio. Anticamente qui sorgeva il mercato delle carni. Si racconta che Cosimo I de’ Medici fosse profondamente infastidito dall’odore della carne in decomposizione, dalla vista del sangue e dal lamento degli animali condotti al macello. Non ancora soddisfatto dal poter attraversare l’Arno inosservato lungo il tratto di corridoio che percorreva il ponte, deliberò perché i macellai fossero allontanati. Destinò quello spazio agli orafi, la cui attività era a suo avviso maggiormente degna della nobilità che il Duca cercava di attribuire al proprio regno. Ancora oggi il Ponte Vecchio è costellato da caratteristiche botteghe di orefici e negozi di gioielleria.
Quali che fossero le motivazioni dietro la riorganizzazione del quartiere, la bonifica necessaria alla realizzazione del Corridoio Vasariano contribuì a ridurre il proliferare di malattie nel centro storico.
La riapertura

Jordiferrer, CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons (adapted)
Il corridoio è dunque pronto per il pubblico dopo un lungo intervento di restauro e adeguamento di sicurezza iniziato nel 2016. Come indicato dal direttore degli Uffizi Simone Verde, l’evento si inserisce all’interno di una più ampia opera di riqualificazione che riguarda l’intera struttura museale vasariana e il complesso, di là d’Arno, di Boboli e Palazzo Pitti.
Il corridoio si presenta nella sua originale essenzialità, proprio come appariva all’epoca della sua costruzione, a rimarcare la sua funzione di semplice passaggio di servizio. Vi si accede acquistando un biglietto con supplemento alla Galleria degli Uffizi per un costo complessivo di 43 euro. I visitatori possono esplorare il museo per due ore prima dell’orario previsto per l’ingresso al corridoio, per ammirare infine il centro cittadino dalla prospettiva privilegiata che era un tempo riservata ai signori di Firenze.

Gite fuori porta: Vinci
A meno di un’ora d’auto dal centro di Firenze sorge il borgo noto in tutto il mondo come luogo di nascita di Leonardo da Vinci. Qui, dove arte e natura si fondono armoniosamente, è possibile immergersi nel passato e lasciarsi ispirare dal più celebrato genio del Rinascimento.
Nel cuore della Toscana

LigaDue, CC Share Alike 4.0 International via Wikimedia Commons
Arroccato sulle pendici del Montalbano, in un’area circondata da vigneti e oliveti che producono alcuni dei migliori prodotti della regione, Vinci è una meta ideale per allontanarsi dal caos del capoluogo. L’area offre infatti boschi antichi e siti archeologici che la rendono adatta anche a passeggiate ed escursioni. Secondo molti studiosi questi panorami furono un’importante fonte di ispirazione per lo stesso artista, che li avrebbe ritratti spesso come sfondo dei suoi dipinti. Per quanto le attrattive della zona non si limitino alla sola memoria leonardiana, è evidente che il principale centro d’interesse per i visitatori sia proprio colui che in queste terre trascorse i primi anni di vita.
La scultura dell’Uomo Vitruviano

ehud, CC 2.0 Generico via Wikimedia Commons
Un’ideale visita del borgo di Vinci ha inizio nella scenografica piazza Guido Masi. Qui si trova la scultura L’uomo di Vinci, realizzata e donata alla città nel 1987 dall’artista Mario Ceroli. L’opera, che oggi è il simbolo del paese, omaggia uno dei lavori più noti di Leonardo, in cui viene raffigurata una figura umana dalle proporzioni ideali. Da non perdere è il panorama sulla campagna che si gode affacciandosi dalla terrazza della piazza.
Sulle tracce di Leonardo

Sailko, CC 3.0 Unported via Wikimedia Commons
La principale destinazione per la maggior parte di coloro che arrivano in paese è il Museo Leonardiano, uno dei siti più frequentati della Toscana. Da non confondere con il Museo Leonardo da Vinci di Firenze, è articolato nelle due sedi della Palazzina Uzielli e del Castello dei Conti Guidi, entrambe situate all’interno della cinta medievale. Presenta un’ampia collezione di modelli e macchine che danno vita alle invenzioni del maestro, dagli studi sul volo a quelli di applicazione militare, dagli esperimenti di idraulica a quelli sull’anatomia umana, dai progetti di ottica a quelli delle macchine tessili. La raccolta rivela così l’opera di una mente eclettica ed instancabile, che ha brillato in campi eterogeni come la pittura, l’architettura, l’ingegneria e molteplici ambiti della scienza.
Per quanto costituisca un’attrattiva minore rispetto al museo, la Biblioteca Leonardiana è invece un punto di riferimento per ricercatori e appassionati. Qui sono infatti conservati testi e materiali che la rendono un centro di studi internazionale.
Infine, nella frazione di Anchiano a pochi chilometri dal centro si trova la casa natale di Leonardo. Il percorso espositivo è suddiviso tra la casa vera e propria e l’attigua casa colonica. Multimediale e interattivo, permette ai visitatori di rivivere alcuni aspetti dell’epoca e di conoscere più da vicino il contesto in cui l’artista è cresciuto.
Natale a Vinci
Per chi desiderasse visitare il borgo in questo periodo, il comune ha organizzato in occasione delle feste un ricco calendario di eventi che coinvolge anche le frazioni vicine. Tra questi sono previsti mercatini, concerti, presepi viventi e svariate iniziative culturali. Diversi alberi di Natale strategicamente posizionati creano inoltre un suggestivo percorso tematico. Un motivo in più per scoprire i segreti della città d’origine di una delle più grandi menti della storia.

Le tradizioni natalizie fiorentine
Per la maggior parte di noi, presepe ed albero di Natale sono elementi imprescindibili per trascorrere come si deve il periodo delle feste. Il Natale a Firenze, tuttavia, è un’esperienza che riesce a combinare antico e moderno. Tra luminarie, adunate familiari e pasti luculliani, alle tradizioni radicate si affiancano attività recenti che i fiorentini dimostrano di apprezzare sempre più nel tempo. Con un occhio al folclore e uno all’innovazione, scopriamo come la città vive la festa più attesa dell’anno.
Il ceppo di Natale
Partiamo dalla più nota tra le tradizioni storiche, in realtà ormai relegata al passato e ricordata solo dai fiorentini più anziani. Il ceppo era una struttura piramidale realizzata con una manciata di assi di legno, sui cui ripiani trovavano posto piccoli regali come giocattoli, frutta e dolci. Posizionato solitamente in mezzo al tavolo della sala, diventava così il centro d’attenzione della famiglia, che il giorno di Natale vi si radunava attorno in attesa della messa di mezzanotte. I rituali legati a questa consuetudine erano sinonimo stesso della festività, al punto da rendere comune fino al secolo scorso l’augurio di “Buon Ceppo” per il 25 dicembre e di “Buon Ceppino” per Santo Stefano.
Messa di mezzanotte e mercatini
Se la tradizione del ceppo appartiene ormai alla memoria, per molti la notte di Natale è ancora oggi legata alla classica messa di mezzanotte. La cattedrale di Santa Maria del Fiore mantiene durante la festività il suo ruolo di cuore spirituale della città, ma sono molte le chiese in cui si celebra lo stesso rito. Limitandoci all’ambito dei principali luoghi di culto, menzioniamo la basilica di Santa Maria Novella, quella di Santa Croce e l’abbazia di San Miniato al Monte.
Sono invece aperti già da novembre i vari mercatini che animano le piazze di Firenze, a cominciare da quello di Santa Croce. Con la loro offerta di prodotti artigianali, decorazioni in legno, dolci tipici e idee regalo, le bancarelle assicurano una full immersion nella giusta atmosfera.
Ruota panoramica e pista di pattinaggio sul ghiaccio
Per chi è in cerca di svaghi più moderni, per quanto ricorrenti nel panorama festivo degli ultimi anni, la destinazione prediletta è la ruota panoramica di Piazza Vittorio Veneto. Dopo aver illuminato per alcuni anni il giardino della Fortezza, la Florence Eye ha trovato dimora già dall’anno scorso a fianco del parco delle Cascine. Con le sue 42 cabine e un’altezza di 55 metri, regalerà una prospettiva unica sulla città fino al 31 marzo 2025.
Sarà invece attiva fino al 19 gennaio la pista di pattinaggio sul ghiaccio di oltre 1.300 metri quadrati di superficie costruita al suo fianco. Ad arricchire le serate natalizie ci saranno anche alcuni spettacoli a tema e gli immancabili stand di cibo di strada.
Il treno della Befana
La mattina del 6 gennaio di ogni anno uno storico convoglio parte dalla stazione di Santa Maria Novella diretto verso la valle del Mugello. È l’occasione per vivere l’esperienza di un viaggio a bordo di carrozze d’epoca trainate da un’autentica locomotiva a vapore. Il treno raggiunge San Piero a Sieve e riparte per Firenze nel pomeriggio dopo un rinfresco. Niente di meglio di un’originale gita fuori porta per salutare con un senso di stupore il magico periodo delle feste.

Alla scoperta delle foto storiche di Firenze
Il presente di una città d’arte vive per sua natura in un delicato equilibrio tra passato e futuro. La culla del Rinascimento non fa eccezione, e non mancano le iniziative volte alla salvaguardia del passato recente.
Istantanee di una società che cambia
Ne è un esempio la mostra fotografica “Lo sguardo di un secolo 1924-2024 The history of Florence by archivio Foto Locchi”, tenutasi tra ottobre e novembre a palazzo Strozzi Sacrati. Archivi come questo riportano alla luce un intero secolo di cronaca e storia fiorentina, in una straordinaria sequenza di piccoli e grandi eventi. Ma soprattutto permettono di riscoprire la quotidianità dell’epoca, vissuta spesso nella familiarità del proprio rione.
Le immagini più antiche rivelano un mondo in cui uscire di casa senza il cappello era pressoché impensabile. Insieme alle carrozze che a inizio secolo riempivano Piazza della Repubblica si scorgono le prime automobili. Passando attraverso le devastazioni di due guerre arriviamo agli effetti della motorizzazione di massa sull’organizzazione urbanistica di fine anni 50. Difficile oggi pensare che Piazza del Duomo sia stata non solo liberamente trafficata ma anche adibita a parcheggio. Tra bianco-nero e colore, le foto degli anni 60 ci mostrano le prime minigonne e una cultura che si confronta con grandi cambiamenti. In fondo l’aspetto più affascinante di un simile progetto è proprio questo: l’opportunità di osservare l’evoluzione dei costumi sociali.
L’archivio Fortepan
Come è facile immaginare, la volontà di un’accurata conservazione delle foto storiche trova ampio supporto anche all’estero. Alcuni progetti risultano particolarmente degni di nota per la volontà di non vincolare le immagini ad un copyright, ma di renderle invece disponibili a tutti. È il caso di Fortepan, un archivio fotografico fondato a Budapest nel 2010. Nato con il proposito di ricordare la vita quotidiana in Ungheria nel XX secolo, negli anni il progetto ha iniziato a comprendere altre nazioni europee. Oggi conta oltre 100mila foto in alta risoluzione consultabili e scaricabili, ed include anche un’interessante sezione che riguarda la città di Firenze. Vediamone un estratto.

1900 – Piazza della Signoria e la Loggia dei Lanzi (Fortepan / Szalai Terez)

1908 – Piazza San Lorenzo (Fortepan / Flanek-Falvay-Kováts)

1909 – Piazza della Repubblica. La statua equestre di Vittorio Emanuele II fu in seguito spostata in Piazza Vittorio Veneto (Fortepan / Vargha Zsuzsa)

1909 – Piazzale Michelangelo (Fortepan / Vargha Zsuzsa)

1909 – La vista da Piazzale Michelangelo (Fortepan / Vargha Zsuzsa)

1910 – La Palazzina Reale del parco delle Cascine, oggi sede della facoltà di agraria dell’università (Fortepan / Schoch Frigyes)

1914 – Negozi in Via della Condotta (Fortepan / Jakucs János)

1916 – Le Gallerie degli Uffizi e Palazzo Vecchio (Fortepan / Major Lajos)

1928 – Uno scorcio del Duomo e del Campanile di Giotto (Fortepan / Roberto Urban)

1930 – Ponte Vecchio (Fortepan / Roberto Urban)

1934 – Una parata militare in Piazza del Duomo (Fortepan / UWM Libraries)

1946 – Edifici bombardati in Via Calimala. Sullo sfondo si scorge la chiesa di Orsanmichele (Fortepan / UWM Libraries)

1946 – Gli effetti delle bombe in Via de’ Guicciardini e Borgo San Jacopo (Fortepan / UWM Libraries)

1959 – Traffico veicolare in Piazza del Duomo (Fortepan / Szabó Gábor)

1959 – Parcheggio con vista Duomo (Fortepan / Szabó Gábor)

1959 – Negozi e ristoranti in Via Dante Alighieri (Fortepan / Szabó Gábor)

1959 – Piazza de’ Frescobaldi e Ponte Santa Trinita (Fortepan / Szabó Gábor)

1960 – Negozi in Via dei Tosinghi (Fortepan / Csaba László örökösei)

1960 – Una vista di Piazza de Cimatori da Via dei Calzaiuoli (Fortepan / Csaba László örökösei)

1963 – Auto parcheggiate di fronte a Palazzo Pitti (Fortepan / Pierre Varga)

1965 – Piazza della Signoria (Fortepan / Monoki Miklós)

1965 – Piazza del Duomo (Fortepan / Aradi Péter)

1965 – La Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria (Fortepan / Aradi Péter)

1967 – Piazza della Signoria (Fortepan / G K)

1969 – La chiesa di Santa Maria Novella (Fortepan / LHM)

1974 – Turisti in Piazza della Signoria (Fortepan / Chuckyeager tumblr)

1979 – Via Panzani verso Piazza della Stazione (Fortepan / Közösségi Szociális Szövetkezet)

La festa della Toscana
Il 30 novembre la Toscana festeggia una riforma penale promulgata nel 1786 proprio in questo giorno dal Granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo. Il nuovo codice prevedeva, per la prima volta al mondo, l’abolizione della tortura e della pena di morte. Fu un evento rivoluzionario, riconosciuto immediatamente in tutta Europa come l’atto più illuminato che un sovrano avesse mai emanato.
Il primato della Toscana
L’ordinanza si rifaceva all’opera di Cesare Beccaria Dei delitti e delle pene, risalente a due decenni prima. Nel suo trattato, il giurista milanese metteva per la prima volta in discussione il presupposto secondo il quale la durezza della pena e delle condizioni detentive costituisce un elemento di dissuasione. Al contrario, presentava la dignità di trattamento come un effettivo mezzo di redenzione per il condannato.
Il codice leopoldino si fece interprete materiale di tale visione, e rese la Toscana il primo Stato al mondo ad eliminare la pena di morte. Una pratica che lo stesso Granduca definiva “conveniente solo ai popoli barbari”. All’emanazione della riforma fece seguito uno spettacolare rogo di fronte al palazzo del Bargello, durante il quale furono distrutti patiboli e strumenti di tortura.
I detrattori del nuovo codice ne osteggiarono fortemente l’applicazione nel timore che potesse incentivare un’ondata di delinquenza, ma i numeri dettero ragione a Leopoldo. Nel corso del suo mandato come Granduca di Toscana, durato venticinque anni, la media annuale dei crimini scese da 2mila a 300.
Un principio universale
La città di Firenze è tornata nel 2000 a commemorare la storica riforma con un falò simbolico in Piazza della Signoria.
La celebrazione annuale, che si tiene da allora, prevede invece un semplice corteo dei vessilli istituzionali dei Comuni e delle Province, che percorrono le strade di Firenze insieme al Gonfalone della Regione. Molto più importante è la causa di cui la festa si fa portavoce, ribadita anche nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Nel ricordare il primo atto giuridico emesso per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, la Toscana rende omaggio ai valori della pace, della libertà e della giustizia quali elementi costitutivi della sua identità.

I mercatini di Natale di Firenze
Con l’avvicinarsi delle festività, Firenze riscopre ogni anno uno degli appuntamenti più attesi della stagione: i mercatini di Natale. Vie e piazze della città si popolano infatti di bancherelle illuminate dove è possibile imbattersi in regali originali e assaporare specialità gastronomiche tipicamente invernali. Ecco dunque i principali spazi dove è possibile trovare tradizione e convivialità.
Il mercatino di piazza Santa Croce
Come consuetudine da oltre vent’anni, la principale arena dedicata agli stand natalizi sorge al cospetto della basilica di Santa Croce. L’atmosfera qui è prettamente nordica: le oltre 50 casette in legno del Weihnachtsmarkt offrono prodotti artigianali e alimentari provenienti da varie regioni d’Europa. Passeggiando tra le bancarelle è possibile trovare decorazioni in legno, addobbi natalizi e ogni genere di idea regalo. Senza dimenticare specialità culinarie e bevande calde come brezel, biscotti speziati, strudel e vin brulè. Gli eventi in programma riservano inoltre una particolare attenzione all’intrattenimento dei bambini.
Gli altri mercatini
Santa Croce non è l’unica destinazione da considerare per appassionati e curiosi. Meritano una visita anche i vari mercatini presenti in molte location del centro e della periferia di Firenze.
Nella piazza del centro commerciale di San Donato a Novoli le bancarelle presenteranno fino all’Epifania addobbi e artigianato sia locale che internazionale.
Nel complesso delle Nove Botteghe in via Gioberti riapre invece lo Spazio Natale Emergency. Al suo interno i volontari propongono abbigliamento, accessori, gioielli, cosmetici e artigianato solidale proveniente dai Paesi con cui l’associazione collabora.
Sono molte anche le iniziative attive solo per pochi giorni. Ne citiamo alcune:
- Mercatino di Natale ATT: 30 novembre e 1° dicembre 2024 al Palazzo degli Affari vicino alla stazione di Santa Maria Novella
- Joulutori , mercato di Natale nordico: 30 novembre e 1° dicembre 2024 nella Sala dei Marmi del Parterre in piazza della Libertà
- Christmas Bazaar Ailo: dal 6 all’8 dicembre 2024 al Tepidarium del Roster in via Bolognese 17A
- Nataleperfile: dal 6 all’8 dicembre 2024 a Palazzo Corsini su lungarno Corsini 8
- Mercato di Natale della Croce Rossa: dal 6 all’8 dicembre 2024 in Borgo San Frediano 12
- Fierone di Natale alle Cascine: 8 dicembre 2024 su viale Lincoln
Luoghi e orari dei mercatini stabili
Piazza di Santa Croce
- Dal 23 novembre al 22 dicembre 2024
- Dal lunedì al giovedì dalle 10:00 alle 22:00
- Dal venerdì alla domenica dalle 10:00 alle 23:00
Centro commerciale di San Donato
- Dal 16 novembre 2024 al 6 gennaio 2025
- Tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:30
Spazio Natale Emergency
- Dal 23 novembre al 24 dicembre 2024
- Tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:30 (fino alle 13:00 il 24 dicembre)