
I caffè storici di Firenze
I locali storici della città custodiscono una componente fondamentale della sua evoluzione culturale. Celati dietro le loro eleganti vetrine e permeati dai profumi delle miscele tostate, hanno assistito attraverso i secoli a mutamenti sociali, artistici e politici, e costituiscono oggi una pagina ancora attuale nelle vicende di Firenze.
Memoria e modernità
Le architetture e gli arredamenti che caratterizzano molte destinazioni del centro preservano un’ideale di bellezza molto radicato nella cultura fiorentina. I caffè attuali offrono un servizio che va dalla colazione al dopocena, e insieme alle proposte tradizionali mostrano spesso un interesse per gli odierni paradigmi della mixology. Vediamo quali sono le destinazioni che a prescindere dalla loro idea di ristorazione hanno fatto della qualità un marchio di fabbrica che perdura nel tempo.
Caffè Gilli e Caffè Concerto Paszkowski

Freepenguin, CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons
Forte dell’orgoglio prodotto dai suoi quasi trecento anni di storia, il Caffè Gilli è tra i locali più noti della città. Nato nel 1733 come pasticceria svizzera con il nome di Bottega Dei Pani Dolci, dalla sua location originale di via dei Calzaiuoli fu spostato prima in via degli Speziali e infine in piazza della Repubblica. L’eleganza mitteleuropea dei suoi interni richiama fedelmente il fascino della belle-époque e ricorda come questo sia sempre stato uno dei salotti prediletti da letterati ed artisti, oltre che punto di incontro della borghesia fiorentina.
Al suo fianco sorge il Paszkowski, a sua volta grande riferimento culturale del Novecento con una schiera di clienti illustri che includono Gabriele D’Annunzio ed Eugenio Montale. Come nel caso del Caffè Gilli, il suo dehor offre in ogni stagione la possibilità di apprezzare un gettonatissimo aperitivo ammirando nel contempo una delle piazze più belle del centro.
Le Giubbe Rosse

Sailko, CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons
Si affaccia invece sul lato opposto di Piazza della Repubblica un altro dei nomi iconici della scena cittadina, così chiamato a causa delle divise indossate dai camerieri, secondo la moda viennese di fine Ottocento. Le Giubbe Rosse è il caffè letterario per eccellenza, e artisti come Filippo Tommaso Marinetti, Giovanni Papini e Ardengo Soffici ne fecero un laboratorio di idee e provocazioni. Le sue sorti furono profondamente legate allo sviluppo del movimento futurista e alle profonde trasformazioni sociali e politiche del Novecento.
Il prestigio delle Giubbe Rosse è stato scalfito solo in parte dalle alterne fortune degli ultimi anni. Dopo un periodo di chiusura e il rischio concreto di una cessazione definitiva, ha riaperto le porte nel 2024 sotto la gestione del gruppo Scudieri, il cui marchio è noto soprattutto per il caffè che sorge in Piazza del Duomo.
Cioccolateria Rivoire e Caffè Giacosa
Racconta una storia diversa il locale fondato dal torinese Enrico Rivoire nel 1872. Il cioccolatiere di corte di Vittorio Emanuele II ebbe notevole successo nell’introdurre a Firenze i cioccolatini e la cioccolata in tazza tipici della tradizione savoiarda, aiutato anche da una posizione privilegiata che affaccia su piazza della Signoria.
Ha origini torinesi anche l’ultimo caffè della rassegna. Dalla sua iniziale sede piemontese, il Giacosa si trasferì a metà Ottocento in via della Spada. Come raccontato più in dettaglio in un articolo precedente, il suo nome è legato alla nascita di quello che è oggi il cocktail più consumato al mondo, l’aperitivo che più di ogni altro racconta la Firenze da bere, il Negroni. Interpretando al meglio il suo doppio ruolo di memoria storica e di icona pop, il Giacosa mantiene tuttora quell’atmosfera di discreta raffinatezza che attraverso gli anni gli ha consentito, insieme agli altri caffè citati, di rappresentare la città e la sua multiforme cultura.