
Fiorentini illustri: Carlo Collodi
Pochi artisti sono così indissolubilmente legati ai personaggi a cui hanno dato vita quanto lo è Carlo Collodi al suo Pinocchio. Il successo mediatico del burattino più famoso del mondo relega quasi sempre ad una posizione di secondo piano la figura del suo creatore, la cui carriera riserva però spunti interessanti e più di una sorpresa.
Tra Firenze e Collodi
Carlo Lorenzini (questo era il vero nome dello scrittore) nacque nel 1826 in via Taddea, nel quartiere di San Lorenzo, a pochi passi di distanza dall’Antica Gelateria Fiorentina. Cresciuto in una famiglia di mezzi modesti, ricevette un’istruzione religiosa grazie al sostegno di un nobile mecenate. L’ingresso nel mondo delle lettere e del giornalismo gli permise di farsi notare per i suoi scritti, caratterizzati da un taglio satirico e patriottico.
L’esperienza come volontario nelle guerre d’indipendenza del 1848 e del 1859 resero le sue opere più disilluse, ma non gli impedì di interessarsi nei decenni successivi alla narrativa umoristica e per ragazzi. Il nome d’arte che adottò, e con il quale sarebbe stato ricordato, si riferisce al borgo toscano in cui trascorse parte dell’infanzia con il nonno materno, un periodo che influenzò profondamente la sua sensibilità.
Un personaggio dalle molte incarnazioni
La prima pubblicazione de Le avventure di Pinocchio sul Giornale per i bambini avvenne nel 1881. Il testo nasceva come una storia a puntate, interrotta bruscamente per volontà del suo autore con l’impiccagione del protagonista. L’insoddisfazione del pubblico per questa prima stesura spinse Collodi a modificare la trama e a mettere insieme un romanzo a tutti gli effetti. Nonostante sia stato spesso letto come un mero racconto morale per l’infanzia, sotto la sua superficie nasconde una critica sociale tagliente. Impulsivo e menzognero, desideroso di autonomia ma costantemente punito per le sue scelte, Pinocchio è un vero antieroe. Lo scrittore sembrava più interessato a rappresentare il conflitto tra educazione e libertà, tra ordine e desiderio, che ad offrire una lezione rassicurante.
Collodi non assistette mai alla fama del suo personaggio, fama che esplose solo nel Novecento grazie soprattutto al film d’animazione prodotto da Walt Disney nel 1940. Per quanto sia a questo film che si deve il successo universale della storia, tradotta in oltre 300 lingue e adattata in decine di versioni cinematografiche, la trasposizione edulcorò molti degli aspetti più cupi dell’originale, depotenziandone le tematiche.
Un fenomeno planetario
Le vicende di Pinocchio riflettono d’altronde le tensioni di un’Italia in trasformazione che fa i conti con il disincanto postunitario. Questo sentimento è andato comprensibilmente perduto nella successiva evoluzione del testo, che ha avuto nel corso negli anni un numero incalcolabile di adattamenti, sotto forma di film, fumetti, rappresentazioni teatrali e musical.
All’Antica Gelateria Fiorentina ricordiamo insieme il personaggio e il suo autore, nato a qualche metro dalla nostra porta, con il gusto Pinocchio. Lontano per natura dal ritratto del semplice scrittore per l’infanzia e più affine a quello del vero intellettuale risorgimentale, Carlo Collodi resta necessariamente associato alla fortuna della sua opera e al merito di aver concepito una delle figure più iconiche della cultura popolare di tutti i tempi.